Patriota italiano. Dedicò buona parte della sua attività politica
alle cospirazioni che precedettero e accompagnarono le fasi più
importanti della lotta per il Risorgimento italiano. Discepolo di Romagnosi, ne
aveva assorbito le convinzioni democratiche che ammirava e delle quali fu poi
convinto assertore; questo lo portò a schierarsi con la parte più
accesa della Carboneria piemontese. Durante i moti del 1821 ebbe parte
importante nella preparazione della rivolta di Genova: non vi partecipò
in quanto era ad Alessandria, al seguito di Urbano Rattazzi, nel governo
provvisorio della città seguito ai moti del marzo 1821. Dovette andare in
esilio quando gli austriaci di Bubna passarono il Ticino e dispersero i
costituzionali a Novara (8 aprile). Rientrò in Piemonte nel 1848
all'approssimarsi della prima guerra d'indipendenza; in seguito si spostò
a Milano per l'insurrezione del 6 febbraio 1853 repressa dalla polizia austriaca
(Pavia 1790 - Montalino, Pavia 1857).